I modi in cui i consumatori acquistano prodotti e servizi sono cambiati radicalmente rispetto a qualche anno fa. L’ascesa prima di Internet e poi del commercio elettronico ha influenzato in maniera irreversibile le abitudini di acquisto, mettendo le aziende di fronte a nuove sfide per riuscire a mantenere un buon livello di competitività.
Il cambiamento è sotto gli occhi di tutti: se prima, quando dovevamo comprare un prodotto, chiedevamo consiglio ad amici e parenti per poi recarci nel negozio di fiducia e procedere con l’acquisto, oggi il processo è ben diverso.
Il tradizionale passaparola si è spostato sul web, che è diventato parte integrante della nostra quotidianità. Cerchiamo informazioni sui prodotti, leggiamo recensioni di altri utenti, confrontiamo prezzi e opinioni: oggi il passaggio dalla rete fa parte della normalità per la maggior parte dei consumatori che adottano un approccio sempre più multicanale.
Gli individui multicanale sono utenti che usufruiscono di servizi di ecommerce o per i quali il digitale ha un ruolo nel proprio percorso di acquisto. L’Osservatorio Multicanalità, promosso da School of Management del Politecnico di Milano e Nielsen, ha pubblicato un report aggiornato su questo trend, da cui emergono alcuni dati molto interessanti, soprattutto per le aziende e i professionisti che non stanno ancora sfruttando al meglio il potenziale offerto dalla rete.
Gli utenti multicanale in Italia sono 35,5 milioni di persone (pari al 67% della popolazione sopra i 14 anni). Tra questi, gli eShopper (individui che utilizzano Internet in tutte le fasi del processo di acquisto) arrivano a quota 23,1 milioni, con un aumento di 2,5 milioni rispetto ai 20,6 milioni del 2017. All’interno di questo gruppo il segmento più numeroso è ancora quello degli Everywhere Shopper (6,6 milioni), i consumatori più evoluti che si muovono liberamente da un canale all’altro nella loro relazione con i brand. Più contenuto, invece, l’incremento del gruppo degli InfoShopper, gli utenti che usano la rete soltanto per informarsi e non per concludere l’acquisto, che nell’ultimo anno sono saliti a 12,4 milioni, 1,3 milioni in più di un anno fa.
Analizzando i dati, si evidenzia una progressiva ma inesorabile riduzione delle distanze tra infocommerce (ricerca di informazioni online, ma acquisto in negozio fisico) e showrooming (ricerca di informazioni nel negozio fisico, ma acquisto online).
Facciamo un esempio: vuoi acquistare un nuovo aspirapolvere ma ti mancano delle informazioni. Prima di andare in negozio, dunque, ti documenti online cercando le migliori marche, confrontando prodotti e leggendo recensioni di altri utenti. Una volta che ti sei chiarito le idee, vai nel punto vendita fisico e procedi con l’acquisto. Questo è un tipico caso di infocommerce.
Esempio numero 2: vuoi sempre acquistare un nuovo aspirapolvere, ma preferisci farti un’idea guardando dal vivo i modelli in negozio. Selezioni i punti vendita più affidabili e passi in rassegna le offerte disponibili. Dopo che hai individuato l’aspirapolvere che meglio soddisfa le tue esigenze, torni a casa e lo ordini comodamente online dal divano, magari a un prezzo vantaggioso. In questo caso parliamo di showrooming.
“Dalla ricerca emerge una progressiva convergenza del ruolo degli spazi di comunicazione e vendita – afferma Giuliano Noci, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Multicanalità -. In primo luogo, si riduce sempre più il gap tra il fenomeno dello showrooming (ricerca di informazioni in punto vendita fisico ed acquisto online) e dell’infocommerce (ricerca di informazioni online ed acquisto in negozio fisico), praticati rispettivamente dal 48% e dal 53% degli individui multicanale nel 2018. Tra gli eShopper poi, si diffondono percorsi di acquisto che vedono un impiego sinergico ed ibrido di touchpoint online e offline, utilizzati sia per la ricerca di informazioni che per l’acquisto vero e proprio. Il punto vendita, infine, mantiene una sua centralità nel processo d’acquisto anche per i segmenti più evoluti, ma con una vocazione diversa, che affianca la dimensione esperienziale all’acquisto.”
Il mondo fisico e quello virtuale non si escludono a vicenda, ma vanno verso un’integrazione reciproca sempre più stretta. Il consumatore contemporaneo passa dall’online all’offline senza soluzione di continuità, e le aziende devono essere pronte a fornire informazioni e risposte nel luogo e nel momento in cui vengono cercate.
“In questo contesto, la principale sfida per le imprese è quella di riuscire a progettare e veicolare le proprie strategie di relazione in modo chiaro, semplice ed immediato, cogliendo non solo la parte razionale, ma anche quella istintiva ed emotiva dei propri clienti – commenta Giuliano Noci -. Ciò si traduce nella capacità di saper, da un lato, disegnare percorsi di acquisto sempre più personalizzati e, dall’altro, progettare l’esperienza nel punto vendita fisico e sui media tradizionali in modo da cogliere la parte più emozionale dei propri clienti”.
Se è chiaro che il punto vendita fisico non è morto, ma rimane una componente fondamentale nell’esperienza di acquisto, è altrettanto chiaro che, per essere competitivi, bisogna affiancare alla presenza fisica una presenza online forte ed efficace. Oggi le aziende, a prescindere dalle dimensioni, devono essere sul web per intercettare gli eShopper e soddisfarne le esigenze.
Ma esserci non basta: bisogna individuare i canali e i messaggi giusti, progettare una strategia di marketing adeguata e declinarla in attività concrete e misurabili. Come? Con l’aiuto di chi lo fa ogni giorno per professione. La divisione Digital di Alturas affianca le aziende nella trasformazione digitale della comunicazione e del marketing, con l’obiettivo di aumentare il potenziale di marketing del tuo business. Scopri cosa possiamo fare per te e contattaci e richiedi subito una consulenza.
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